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Venezia capitale mondiale della cultura e della storia del vino e del vitigno Malvasia: il progetto Aikal

Il 2 febbraio 2023 a Vicenza presso la Biblioteca Internazionale La Vigna si è tenuto l’incontro fra l’associazione AIKAL di Venezia e Veneto Agricoltura. Il presidente del comitato scientifico della Biblioteca Internazionale Danilo Gasparini e Giustino Mezzalira vicepresidente della Biblioteca, hanno aperto l’incontro dedicato a valutare la proposta del  gruppo di lavoro, composto anche da Ettore Bonalberti e da Mario Guadalupi di AIKAL e da Michele Giannini e Stefano Soligo di ConeglianoVeneto Agricoltura,  di organizzare per l’autunno un seminario di carattere internazionale sulla Malvasia, sottolineando il valore agri-culturale dell’iniziativa, visto che  la storia-cultura della Marvasiae-Malvasia è molto particolare,  avendo segnato per oltre 500 anni la vita e l’economia della Repubblica di Venezia. Senza la Serenissima oggi il vitigno e il vino Malvasia non esisterebbero. Venezia, è stato detto dai presenti all’unanimità,  può assumere il titolo di simbolo-emblema per raccontare il mondo produttivo dei vini “malvasiae”.  Ettore Bonalberti ha presentato il progetto diviso in tre momenti: il seminario , uno sviluppo etnografico scientifico del vitigno e vino “Malvasia”, l’ importanza di un evento fisso che coinvolga la produzione dell’intero bacino mediterraneo. E’ stato condiviso che il progetto sia, duraturo, abbia una formula scientifica e divulgativa insieme con la città di Venezia quale punto di riferimento  Oggi in Veneto sono solo 73 gli ettari coltivati con viti di Malvasia, ha detto Stefano Soligo.
Giampietro Comolli, ex produttore di Malvasia e membro del comitato scientifico di AIKAL, ha illustrato la provenienza del vino originario, la identificazione scientifica dei diversi vitigni sparsi nel mondo e, la peculiarità, nell’essere uno delle cultivar che più si è adattata e mutata naturalmente nei millenni di coltivazione, portando con se caratteri solidi della Vitis Vinifera che non vanno persi, proprio con la ricerca della resistenza. Venezia e la Repubblica sono stati il baricentro della conoscenza e della diffusione del vino Malvasia nel mondo. Un vino di pregio a un costo molto superiore ad altri, talmente noto da dare nome a calli e alle esclusive botteghe “malvagie” veneziane. Un vitigno derivante dalla grande famiglia viticola dei “muskat”, riconosciuto ampelograficamente e denominato in diverse varietà solo agli inizi dell’’800. Comolli lancia l’idea di un premio “Venezia” dell’eno-concorso internazionale delle Malvasie e la realizzazione di una “Vigna Urbana”, identitaria come hanno già altre metropoli turistiche internazionali.  La Regione Veneto, già attivata e fortemente interessata al progetto,  può assumere  il ruolo strategico nazionale, prendendo  spunto da un grande vino di Venezia diventato il nome di un vitigno che coinvolge 17 distretti nazionali in quasi tutte le regioni italiane… e nelle terre che furono parti importanti della Repubblica, come la  Croazia e la Slovenia.

Questi in sintesi le opinioni e i consensi espressi nella tavola rotonda di Vicenza. Quindi si prevede un programma che vada oltre il seminario in un’ ottica di tutela e di riconoscimento dell’”icona” ampelografica ed enologica che il vino, prima, il vitigno poi ha avuto per millenni di storia vitivinicola dell’intero Mediterraneo. La Biblioteca La Vigna può essere partner fondamentale in quanto da 40 anni promuove studi, ricerche, convegni su temi di agricoltura, di cultura e civiltà della viticoltura, di alimentazione e gastronomia, oltre a possedere una delle biblioteche al mondo più ricche con oltre 60.000 volumi, classificati e consultabili da ricercatori, derivanti da fondi privati e pubblici. Svolge anche azioni di ricerca etnografica, sociologica e storica collegata ai cicli della viticoltura-viticultura italiana e non solo che, diversamente, rischierebbero  di scomparire. Interessante anche la visita, aperta per appuntamento, dell’antico palazzo Brusarosco che all’ultimo piano riserva il meraviglioso spazio di 600 mq disegnato come una opera d’arte intera dell’arch Carlo Scarpa.











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